Infezioni urinarie – Cistite

Indice

Generalità

L’apparato escretore è l’insieme di organi e di strutture finalizzati all’escrezione dell’urina o di altri prodotti di scarto del metabolismo. Nella maggioranza delle infezioni a carico delle vie che costituiscono l’apparato escretore (vie urinarie), i batteri penetrano all’interno della vescica attraverso l’uretra.

L’uretra è normalmente colonizzata da batteri innocui quali difteroidi, streptococchi e stafilococchi, ma non dagli enterobatteri ed altre specie batteriche di origine intestinale. Nelle donne soggette ad infezioni urinarie, gli enterococchi colonizzano il vestibolo vaginale, la cute circostante ed il meato uretrale e l’uretra terminale.

La cistite è un’infezione batteriche, purtroppo molto comune, a carico della mucosa della vescica, che colpisce soprattutto le donne. I fattori che favoriscono la colonizzazione da parte dei batteri delle vie urinarie sono rappresentati dall’alterazione della flora perineale (utilizzo di antibiotici) o altre infezioni genitali. Altri fattori predisponenti sono la mancanza di difesa anticorpale locale o l’aumento dell’adesività dei batteri all’apparato urinario.

L’eliminazione dei batteri nocivi dipende in parte dall’effetto di diluizione e lavaggio operato dal flusso urinario e dalla minzione, ma anche dalle dirette proprietà antibatteriche dell’urina. L’urina infatti, per la sua composizione chimica, è di per sé un liquido con proprietà disinfettanti antibatteriche, ciò è dovuto all’elevata concentrazione di urea. L’elevata pressione osmotica data dalla presenza di urea ed altri soluti nelle urine, crea un ambiente sfavorevole alla crescita batterica. L’epitelio di rivestimento del lume delle vie urinarie, inoltre, produce una sostanza che favorisce il distacco dei batteri patogeni: il D-mannosio.

Il D-mannosio è uno zucchero semplice, al quale gli enterococchi si legano avidamente, staccandosi dalle pareti delle vie urinarie. L’assunzione di D-mannosio durante il corso di una cistite può promuoverne la guarigione, poiché tale zucchero non viene assorbito dall’organismo, ma espulso attraverso le feci e, in misura maggiore, attraverso le urine. I batteri patogeni legati al D-mannosio vengono espulsi attraverso la minzione.

 

Sintomi

La cistite si manifesta con disuria (difficoltà ad urinare), pollachiuria (frequente minzione), minzione imperiosa e dolore sovrapubico. Le urine divengono spesso torbide, maleodoranti e in circa il 30% dei casi ematiche (con presenza di sangue). Significative manifestazioni sistemiche, come febbre oltre 38,5°C, nausea, vomito e dolore all’angolo costovertebrale indicano di solito una concomitante infezione renale.

 

Cause e fattori predisponenti

Tra i principali fattori patogenetici, ovvero attività o particolari stati fisiologici che possono incrementare il rischio di contrarre infezioni urinarie, si annoverano i seguenti:

  • Attività sessuale: l’uretra femminile è una sede particolarmente favorevole alla colonizzazione da parte degli enterobatteri patogeni, per diversi motivi: la sua vicinanza all’ano, la sua brevità (4 cm) ed il suo sbocco tra le labbra vulvari.
  • Reflusso vescico-uretrale: è una condizione che si verifica quando l’urina della vescica refluisce agli ureteri ed in qualche caso fino alle pelvi renali, durante la minzione o quando si verifica un aumento della pressione vescicale. Il reflusso vescico-uretrale è frequente nei bambini con malformazioni delle vie urinarie e bambini con le vie urinarie anatomicamente normali ma infette. In quest’ultimo gruppo il reflusso tuttavia scompare con la crescita.
  • Ostruzione delle vie urinarie: ogni ostacolo al libero flusso delle urine, quali ad esempio stenosi, calcoli, tumori ed ipertrofia prostatica, produce idronefrosi (dilatazione dei bacinetti renali) ed aumenta fortemente la frequenza di infezioni delle vie urinarie.
  • Gravidanza: le infezioni sintomatiche delle alte vie urinarie insorgono più frequentemente durante la gravidanza. Ciò deriva da un diminuito tono degli ureteri, dalla diminuita peristalsi uretrale e dalla temporanea insufficienza delle valvole vescico-uretrali che si osservano durante la gravidanza.
  • Danno neurologico alla vescica: il danno all’innervazione vescicale, come si verifica in traumi al midollo spinale, nel diabete, nella sclerosi multipla ed in altre malattie, si associa frequentemente ad infezione. L’infezione può originare dall’uso di cateteri vescicali ed è favorita dal prolungato ristagno dell’urina nella vescica.

 

Fitoterapia

Le piante medicinali che possiedono un effetto disinfettante delle vie urinarie sono diverse. Gli organismi vegetali nel loro ambiente naturale, combattono contro infezioni microbiche e pertanto sono costrette ad apportare le adeguate contromisure. I componenti delle diverse piante utili contro le comuni cistiti, esercitano la propria attività antisettica e disinfettante una volta raggiunte le vie urinarie. I principali meccanismi d’azione attraverso i quali le droghe vegetali esercitano il loro effetto sono due:

  • Azione antibatterica diretta;
  • Inibizione dell’adesione batterica alle cellule epiteliali delle vie urinarie.

Tra le piante maggiormente indicate si annoverano:

  • Bardana (radici), droga costituita da: oli essenziali, steroli (0,5 – 1 g al giorno);
  • Bucco (foglie), droga costituita da: oli essenziali, flavonoidi e mucillagini (3 – 6 g al giorno);
  • Echinacea (parti aeree), droga costituita da: flavonoidi e polisaccaridi (0,9 g al giorno);
  • Mirtillo americano (frutti), droga costituita da: fruttosio, antocianine e flavonoidi (500 – 750 ml di succo al giorno);
  • Sandalo (corteccia, legno) droga costituita da: oli essenziali e tannini (10 g al giorno);
  • Uva ursina (radici), droga costituita da: glicosidi idrochinonici, tannini ed acidi fenolici (400 – 800 mg di derivati idrochinonici al giorno).

Con l’eccezione del mirtillo americano non esistono studi clinici randomizzati che attestino la loro efficacia clinica. L’utilizzo di tali sostanze naturali, in particolare quello dell’uva ursina, poggia su una solida base tradizionale.

 

Terapia diluente

Diverse droghe vegetali quali l’asparago, la betulla, l’ortica o l’equiseto, sono raccomandate per la terapia diluente delle infezioni urinarie. Tale sistema consiste nel lavaggio delle vie urinarie attraverso l’assunzione orale di elevate quantità di acqua in modo di allontanare, per diluizione, sostanze eventualmente nocive. La forma di assunzione di tali estratti vegetali più indicati è la tisana. La terapia diluente non deve essere eseguita in pazienti che soffrano di edema periferico per insufficienza cardiaca o renale.

In seguito saranno elencate le droghe utili per la terapia diluente, consigliata per il trattamento delle infezioni urinarie (cistite) e nel trattamento dei calcoli renali:

  • Asparago (radici), droga costituita da: saponine, fruttani ed aminoacidi (45 – 80 g al giorno);
  • Betulla (foglie), droga costituita da: flavonoidi, proantocianidine ed esteri di alcoli triterpenici (2 – 3 g al giorno);
  • Equiseto (parti aeree), droga costituita da: flavonoidi, esteri dell’acido caffeico, alcoli piridinici (6 g al giorno);
  • Ortosifon (foglie), droga costituita da: flavonoidi, oli essenziali, derivati dell’acido caffeico e saponine (6 – 12 g al giorno);
  • Ortica (pianta fiorita, radici), droga costituita da: flavonoidi, acido salicilico ed amine (8 – 12 g al giorno);
  • Verga d’oro (sommità fiorite), droga costituita da: saponine, polisaccaridi, flavonoidi ed olio essenziale (6 – 12 g al giorno).

 

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