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Le essenze, o oli essenziali, sono costituite da miscele complesse di sostanze, contenute in diverse piante, per lo più volatili e più leggere dell’acqua. Sono ottenute per estrazione con solventi, distillazione e per mezzo di procedimenti meccanici quali la tecnica dell’enfleurage.
La Farmacopea Ufficiale XI riporta le essenze di arancia amara, arancia dolce, bergamotto, finocchio dolce, mandarino, niaouli e pino silvestre.
Le essenze generalmente hanno l’odore della pianta da cui sono ottenute e, dopo la loro estrazione, spesso devono essere purificate.
Sono divise in:
- Essenze preformate: le più rappresentative e localizzate in parti diverse della pianta, ad esempio: cellule epidermiche della faccia superiore della foglia, dei sepali, dei petali, peli secretori e ghiandole secretrici interne. Alcune piante fonti di tali essenze sono rosa, gelsomino, geranio, menta, arancia.
- Essenze non preformate: sono originate da sostanze più complesse, che si formano per idrolisi durante i processi meccanici di estrazione (distillazione o macerazione). Ad esempio, nelle foglie di lauroceraso, durante la macerazione in acqua, l’enzima emulsina idrolizza il glucoside amigdalina (un glicoside cianogenico) liberando, oltre al glucosio, aldeide benzoica ed acido cianidrico che sono i principi volatili della droga.
Proprietà farmacologiche delle essenze
Le essenze possiedono numerose proprietà farmacologiche; le più comunemente riportate sono le proprietà antibatteriche e spasmolitiche. I componenti delle essenze agiscono sulla membrana batterica e l’effetto è tossico per il microrganismo. Tra le essenze più attive per il loro effetto antibatterico si annoverano le essenze fenoliche di Tymus vulgaris (timo), le essenze di Origanum vulgare (origano) e di Melaleuca alternifolia (melaleuca). Le essenze ingerite per via orale sono espulse attraverso la respirazione (via polmonare) e con le urine. Questo costituisce la base dell’impiego di molte droghe essenziere antibatteriche contro le infezioni urinarie (es. ginepro) e polmonari (timo).
L’attività spasmolitica è stata studiata e confermata prima in vitro, poi in vivo, sia sulla muscolatura liscia dell’intestino, sia sulla muscolatura liscia della trachea. Tra le essenze più attive per le proprietà spasmolitiche si ricordano quelle di angelica, chiodi di garofano, di enula campana, timo e melissa. L’attività spasmolitica è correlata a quella carminativa, caratterizzata da un rilassamento degli sfinteri e dalla fuoriuscita dei gas intestinali. Per questo diverse essenze quali menta, melissa, finocchio, cumino ed anice sono impiegate per il loro effetto carminativo. Va ricordato tuttavia che le essenze possono causare reflusso gastroesofageo, e non devono essere utilizzate da persone che soffrono di disturbi gastrici.
Altri effetti fitoterapici svolti da preparati a base di essenze sono gli effetti espettoranti e mucolitici, come ad esempio le essenze di anice e di mirto. L’essenza di mirto, inoltre, contiene il limonene, il principio attivo di diverse specialità mediche prescritte in casi di sinusite o bronchite per facilitare l’espulsione del muco in eccesso.
Altre essenze possiedono proprietà sedative (ansiolitiche), come quella di lavanda; proprietà analgesiche (citronella, erba limone) ed anestetiche (chiodi di garofano); altre ancora manifestano proprietà analettiche sui centri respiratorio e vasomotore (canfora), un’attività eccitante sulla corteccia motoria (assenzio, tuia), con possibili effetti convulsivanti e proprietà diaforetiche.
Le essenze possiedono azione irritante, legata all’elevato potere di penetrazione di tali sostanze. Grazie a questa proprietà possono trovare impiego terapeutico, per uso esterno, come sostanze ad azione revulsiva, ovvero sostanze in grado di stimolare la circolazione sanguigna negli strati più superficiali della pelle.
A diverse essenze si attribuiscono proprietà abortive, anche se è ben documentata una loro azione inibente la motilità uterina. Probabilmente l’azione abortiva è conseguenza di un avvelenamento generale. Le essenze infatti sono sostanze molto concentrate e pertanto, utilizzate come tali, possono provocare effetti tossici.
Precauzioni
Le essenze devono essere utilizzate con prudenza, specie se inalate o applicate in prossimità delle narici, perché possono causare arresto respiratorio (menta, canfora) nei bambini fino a 2 anni di età ed accentuare gli spasmi bronchiali (pino, canfora) negli asmatici e pazienti con pertosse.
Composizione chimica delle essenze
Le essenze sono liquidi oleosi colorati, poco solubili in acqua e solubili nei solventi organici. Rifrangono la luce e sono otticamente attive. Alcune presentano alla luce UV un colore ed un grado di fluorescenza caratteristici.
I costituenti chimici delle essenze sono eterogenei, e possono variare nell’ambito della stessa specie dando luogo ad essenze diverse per chimica, farmacologia e tossicologia. Infatti i gruppi funzionali chetonico, alcolico e fenolico determinano le proprietà farmacologiche e tossicologiche degli oli essenziali. Ad esempio i chetoni sono sostanze più attive e potenzialmente più tossiche degli alcoli; i fenoli e gli alcoli sono molto più attivi come antibatterici ed i fenoli sono molto più irritanti.
Seguono alcuni esempi di classi chimiche a cui appartengono le essenze:
Classe chimica | Esempi | Fonti botniche |
Alcoli | Canfora | Canfora |
Citronellolo | Rosa | |
Mentolo | Menta | |
Tujone | Artemisia | |
Zingiberolo | Zenzero | |
Linalolo | Lavanda | |
Aldeidi | Benzaldeidi | Mandorla |
Aldeide cinnamica | Cannella | |
Citronellale | Melissa | |
Esteri (alcoli terpenici combinati con acido organico) | Esteri allilici | Mostarda |
Esteri metilici | Gaulteria (tè del Canada) | |
Eteri (inclusi ossidi e perossidi) | Anetolo | Anice |
Cineolo | Eucalipto | |
Miristicina | Noce moscata | |
Furani | Mentofurano | Menta |
Idrocarburi (spesso sono terpeni) | Limonene | Agrumi (frutti) |
Fellandrene | Prezzemolo | |
Pinene | Pino | |
Chetoni | Carvone | Cumino |
Mentone | Menta | |
Pulegone | Mentuccia | |
Fenoli | Capsaicina | Peperoncino |
Eugenolo | Garofano (chiodi) | |
Timolo | Timo | |
Sesquiterpenoidi | Cariofillina | Garofano (chiodi) |
4-idrossi cumarina | Trifoglio | |
Tiosulfinati | Metildisolfuro | Cipolla |
Diallildisolfuro | Aglio |
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Articolo ben strutturato ed interessante.. ?