Fluoro

Fluoro – Fabbisogno, Fonti e Carenza di Fluoruro

Indice

Generalità

Il fluoro è un costituente dei denti e delle ossa. Il fluoro, come il cloro, appartiene al gruppo degli elementi noti come alogeni. Nell’uomo viene rapidamente assorbito fin dallo stomaco sotto forma di ione fluoruro (F); esso previene la formazione della carie dentaria e la sua somministrazione nei pazienti con osteoporosi ha indotto l’aumento della mineralizzazione ossea. Sembra che questa funzione sia dovuta alla formazione di fluoroapatite, i cui cristalli sono estremamente duri e resistenti. Una reazione analoga, porterebbe a livello del tessuto osseo, ad un aumento della sua consistenza e robustezza e ad una diminuzione dei rischi di osteoporosi nell’età senile. L’effetto protettivo nei confronti della carie sembra manifestarsi soprattutto quando quantità adeguate di fluoro sono introdotte sin dall’infanzia.

 

Indicazioni ammesse per integratori di fluoro

Il fluoruro contribuisce al mantenimento della mineralizzazione dei denti.

 

Fabbisogno

Consumo giornaliero di riferimento, calcolato in base al REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011: 3,5 mg.

 

Fonti

Come scritto sopra, il fabbisogno giornaliero di fluoro si aggira attorno a 1,5 – 4 mg e l’acqua minerale ne è la fonte principale. Una piccola quantità di fluoruri è presente anche nelle foglie di tè ed in alcuni prodotti ittici. Il contenuto di fluoro nelle acque potabili può essere aumentato con l’aggiunta di fluoruri in quantità di 1 ppm, attraverso un processo noto come fluorazione. Questo trattamento non influisce sulle caratteristiche organolettiche dell’acqua, ma le quantità finali di fluoruri in essa presenti devono essere accuratamente controllate, poiché quantità superiori a 2 ppm possono causare fluorosi, soprattutto nei bambini, con comparsa di macchie scure nello smalto dei denti.

 

Tossicità

Le complicanze della terapia a lungo termine includono la calcificazione dei legamenti ossei e dei tendini. L’ingestione cronica di fluoro causa la fluorosi, sindrome caratterizzata da debolezza, calo ponderale, anemia, fragilità ossea, chiazze dentali (se l’assunzione avviene durante la formazione di smalto). L’ingestione acuta di quantità tossiche, come osservato in taluni avvelenamenti da insetti, causa dolore addominale grave, nausea, vomito, diarrea ed ipocalcemia.

 

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