Selenio

Selenio – Fabbisogno, Fonti, Carenza e Tossicità

Indice

Generalità

Il selenio ha proprietà chimiche analoghe a quelle dello zolfo. Nell’uomo esso è presente nella seleniocisteina, un aminoacido che è parte integrante delle selenioproteine, tra le quali, la più nota, è sicuramente la glutatione perossidasi. Queste proteine fanno parte di numerosi sistemi enzimatici e, aumentando via via il numero delle selenioproteine note, aumentano le conoscenze sull’importanza del selenio nell’organismo umano.

Il selenio ha un ruolo critico di controllo del metabolismo dell’ossigeno, soprattutto nella catalizzazione del perossido di idrogeno (H2O2). Il metallo è necessario per la crescita, in coltura, dei fibroblasti umani e di altre cellula.

Il selenio lega il cadmio, il mercurio ed altri metalli, attenuandone gli effetti tossici anche se i livelli misurabili di questi metalli rimangono elevati.

 

Indicazioni ammesse per integratori di selenio

Il selenio contribuisce:

  • alla normale spermatogenesi;
  • al mantenimento di capelli normali;
  • al mantenimento di unghie normali;
  • alla normale funzione del sistema immunitario;
  • alla normale funzione tiroidea;
  • alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

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L’azione meglio conosciuta e più importante svolta dal selenio, è la sua funzione antiossidante, in realtà esplicata da alcuni enzimi di cui è cofattore, che permette di proteggere le cellule da fenomeni degenerativi ed ossidativi.

 

Fabbisogno

Consumo giornaliero di riferimento, calcolato in base al REGOLAMENTO (UE) N. 1169/2011: 55 μg.

Il fabbisogno giornaliero di selenio aumenta con l’avanzare dell’età: è quindi inferiore nei bambini e superiore negli adulti; un ulteriore aumento della richiesta (fino a 0,07 mg) si osserva nelle donne durante il periodo dell’allattamento.

 

Fonti

Negli alimenti il selenio è presente prevalentemente sotto forma di seleniometionina, nei vegetali e nei loro derivati, e di seleniocisteina, negli alimenti di origine animale.

Alcune forme inorganiche sono invece utilizzate come supplementi o integratori alimentari. La possibilità dell’uomo di assorbire il selenio è maggiore quando esso è incluso in una struttura proteica, e, in particolare, come seleniometionina. I sali presenti nei supplementi nutrizionali sembrano invece meno facilmente assorbibili. Le quantità di selenio presenti negli alimenti sono comunque molto diverse: per i vegetali la variabilità è legata alle quantità presenti nel terreno, per gli alimenti di origine animale essa è in relazione al selenio presente nell’alimentazione degli animali. Per aumentare l’apporto dietetico di selenio, in alcuni paesi i cui terreni e sono praticamente poveri, come la Finlandia, si è fatto ricorso per alcune coltivazioni a concimi contenenti sali di selenio (seleniti o seleniati), raggiungendo un notevole incremento del selenio presente nei prodotti ottenuti e nei tassi ematici di selenio della popolazione.

 

Carenza

Il selenio cura e previene la malattia di Keshan, una sindrome endemica nella provincia del Keshan in Cina, dove il suolo è povero di questo metallo. Tale malattia è caratterizzata da necrosi miocardica multifocale e da ridotte concentrazioni ematiche e sieriche di selenio. L’intensità delle manifestazioni cliniche varia da una grave aritmia e shock cardiogenico ad una forma leggera, caratterizzata da un’ipertrofia cardiaca come unico reperto significativo. Miopatie periferiche possono svilupparsi in conseguenza della degenerazione muscolare. I bambini e le donne in età fertile sono particolarmente suscettibili.

 

Tossicità

L’assunzione di eccessive quantità di selenio può tuttavia provocare effetti tossici. Il margine tra la quantità adeguata e quella già dotata di una certa tossicità è piuttosto esiguo. L’esposizione a livelli tossici è possibile se vengono consumati vegetali coltivati in zone particolarmente ricche di questo elemento ed eventuali trattamenti per arricchire i prodotti vegetali coltivati devono quindi essere limitati ai terreni particolarmente poveri di selenio. Il rischio maggiore dell’introduzione di quantità eccessive di selenio È comunque legato al ricorso ad un’integrazione alimentare non opportunamente controllata.

 

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