Ipertensione arteriosa

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Generalità

L’ipertensione arteriosa è una malattia comune che, se non trattata efficacemente, determinerebbe un significativo aumento delle probabilità di sviluppare gravi malattie come trombosi coronarica, ictus cerebrale, infarto ed insufficienza renale.  Purtroppo in Italia circa 10 milioni di persone soffrono di ipertensione arteriosa, molte di esse scoprono di soffrirne solo in seguito ad una visita medica di controllo, ignorando il problema per molti anni.

Poiché non esiste un limite ben definito da pressione normale e pressione elevata, si è stabilito un limite arbitrario, oltre il quale si parla di ipertensione. Si ritiene infatti iperteso un soggetto di età compresa tra i 30 ed i 60 anni che presenta valori pressori superiori ai 140 mmHg per la pressione sistolica e 80 mmHg per la pressione diastolica.

 

Ipertensione primaria e secondaria

L’ipertensione è sostanzialmente primaria in quanto non è riconducibile ad una causa specifica nel 95% dei casi. La diagnosi dell’ipertensione arteriosa primaria viene fatta tenendo conto dei dati dell’anamnesi e degli esami clinici oltre che da un elettrocardiogramma. La causa eziologica di ipertensione primaria è ignota, tuttavia la riduzione dell’elasticità delle pareti arteriose con l’avanzare dell’età sembra essere uno dei fattori predisponenti.

Nel caso in cui l’ipertensione insorgesse improvvisamente (ipertensione secondaria ad altra patologia) sarebbe necessario appurarne la causa scatenante. Tra le principali cause si annoverano stenosi dell’arteria renale con elevata produzione di renina, glomerulonefrite cronica, rene policistico, uso di contraccettivi orali, iperproduzione di glucocorticoidi, sindrome di Cushing, iperplasia surrenalica, aumentata secrezione di adrenalina. In caso di ipertensione secondaria la terapia farmacologica sarebbe volta a risolvere il problema alla base.

Purtroppo la maggior parte dei pazienti non presenta sintomi. La malattia diviene sintomatica quando subentrano disturbi quali cefalea, vertigini, disturbi visivi e complicazioni secondarie quali emorragie oculari cerebrali, scompenso cardiaco congestizio, angina, infarto, insufficienza renale.

 

Farmaci

La terapia farmacologica è di fondamentale importanza nel caso di ipertensione primaria. I farmaci principalmente somministrati sono:

  • Diuretici: diminuiscono il volume del sangue;
  • Simpatico litici: antagonisti dei recettori alfa-1 e beta adrenergici;
  • Calcio antagonisti: inibiscono l’afflusso di ioni calcio nelle cellule muscolari lisce vascolari e diminuiscono così la resistenza periferica;
  • ACE inibitori: bloccano la conversione dell’angiotensina I in angiotensina II, un potente vasocostrittore;
  • Sartani: antagonisti del recettore per l’angiotensina II.

Il trattamento si considera in genere soddisfacente quando la pressione arteriosa non supera i valori di 140/ 90 mmHg e non provoca disturbi da ipotensione ortostatica (calo di pressione improvvisa passando rapidamente da posizione supina ad eretta).

In caso di lieve ipertensione possono risultare molto utili interventi non farmacologici, quali riduzione del peso corporeo (specialmente nei soggetti obesi), riduzione dell’apporto di sodio con la dieta, supplemento di potassio nella dieta, esercizio fisico aerobico costante. In questi casi potrebbe risultare utile anche il ricorso a preparati vegetali.

 

Fitoterapia dell’ipertensione

L’ipertensione non è tuttavia considerata uno dei principali campi di applicazione della fitoterapia. La maggior parte delle droghe vegetali adoperate tradizionalmente nel trattamento dell’ipertensione agiscono in genere da vasodilatatori periferici.

L’aglio rappresenta la droga vegetale più studiata.

Sono stati inoltre condotti studi clinici randomizzati per valutare il potenziale antipertensivo del carcadè e dell’achillea iraniana.

Altra droga vegetale che può trovare utilità nella cura dell’ipertensione è la rauwolfia, da cui si estrae l’alcaloide reserpina, uno dei primi farmaci adoperati in passato nel trattamento dell’ipertensione.

 

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