Calendula, utile per le affezioni della pelle

Indice

Generalità

La calendula è ottenuta dai fiori della pianta Calendula officinalis L., appartenente alla famiglia delle Asteraceae/Compositeae.

Si coltiva nelle regioni temperate dell’Asia, India, Giappone, Africa settentrionale e America centro-settentrionale.

Il nome calendula deriva dal latino calendae, che significa il primo giorno del mese, allusione al fatto che la pianta fiorisce ogni mese quasi tutto l’anno (ad eccezione dei mesi invernali più rigidi).

 

Descrizione della pianta

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Si tratta di una pianta erbacea annua con fusto solitamente ramificato, alto circa mezzo metro, di colore dal bianco-giallognolo. Le foglie sono alterne, spatoliforme o lanceolate, coperte di peluria, lunghe circa 15 cm e larghe circa 4 cm, di un colore verde-giallo. I capolini, del diametro di 2-5 cm, sono singoli, con fiori tubulari, ermafroditi e fiori ligulati femminili. L’interno del capolino è occupato da numerosi fiori di colore giallo-arancio.

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Parti usate

La parte della pianta utilizzata sono i capolini, essiccati subito dopo la raccolta.

 

Principali componenti attivi

I principali principi attivi contenuti nei capolini sono:

  • Triterpeni: glicosidi dell’acido oleanolico (faradiolo, 4-tarassosterolo);
  • Flavonoidi: quercetina
  • Polisaccaridi;
  • Steroli ed olio volatile;
  • Pectine;
  • Emicellulosa.

 

Proprietà fitoterapiche

La calendula possiede attività antinfiammatoria, antibatterica, antivirale, immunostimolante. Grazie alle sue proprietà, viene raccomandata per i seguenti scopi fitoterapici:

  • Pulizia del viso e cura della pelle;
  • Azione cicatrizzante contro le affezioni della pelle: è indicata per dermatosi secche, eczemi, acne, ragadi delle labbra e dei capezzoli, piaghe da decubito e scottature. La calendula migliora l’irrorazione cutanea rendendo questa più elastica e quindi più resistente agli insulti meccanici;
  • Azione antinfiammatoria ed antiflogistiche: si può trovare in associazione all’arnica in pomate per alleviare i dolori articolari o da trauma al muscolo;
  • Disturbi circolatori venosi: vene varicose, flebiti, disturbi emorroidali.

L’attività antinfiammatoria, dimostrata in diversi modelli sperimentali, è stata attribuita principalmente alla frazione triterpenoidica, in particolare al faradiolo ed al 4-tarassosterolo.

Gli studi clinici relativi all’efficacia della calendula, seppur preliminari, sono molto incoraggianti. Infatti, in uno studio condotto su 254 pazienti con dermatite acuta di grado 2, in seguito a radioterapia, è stato dimostrato che l’applicazione cutanea di calendula era addirittura superiore al farmaco di riferimento, ossia un’emulsione olio in acqua che favorisce la guarigione delle ferite attraverso effetti immunomodulatori, nel ridurre l’incidenza delle dermatiti e del dolore. In questo studio, la calendula veniva applicata 2 volte al giorno, a partire dal primo giorno di radioterapia e fino al completamento del ciclo.

La calendula è generalmente commercializzata sotto forma di pomata al 2,5%, da applicare 3-4 volte nella giornata. In alternativa si può utilizzare una tintura (1/1 : in alcol al 40% o 1/5 : alcol al 90%) da diluire (1/3) con acqua prima di applicarla.

 

Controindicazioni ed effetti collaterali

La calendula può provocare reazioni allergiche in individui predisposti, specialmente nelle persone già sensibili alle Asteraceae/Compositae. L’uso della calendula è controindicato in gravidanza ed allattamento.

 

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