Arpagofito – Artiglio del Diavolo

Indice

Generalità

L’arpagofito è dato dalle radici secondarie, i tuberi, delle piante Harpagophytum procumbens e H. zeyheri (Fam. Pedaliaceae), originarie dell’Africa.

Il nome arpagofito deriva dal greco e significa gancio od uncino, in riferimento all’aspetto delle radici. L’arpagofito è conosciuto anche con il nome di artiglio del diavolo, sempre in riferimento all’aspetto uncinato delle radici.

Grazie alle sue spiccate proprietà antinfiammatorie, l’artiglio del diavolo è anche noto con il nome di cortisone naturale.

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Descrizione della pianta

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È una pianta perenne, rampicante, tuberosa, alta circa 1,5 metri. I cauli originano da un tubero primario (o madre): da questo si sviluppano delle radici lunghe 25 cm e larghe 6 cm circa che danno a loro volta tuberi secondari e nuove radici, chiamate radici secondarie che occupano un’area circolare di 1,5 m.

Le foglie sono opposte, lobate e di un colore blu-verde. I fiori sono isolati e di un colore lilla. I frutti, legnosi, sono provvisti di escrescenze simili ad uncini, e contengono semi di colore nero.

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Parti usate

La droga è costituita dalle radici secondarie della pianta.

 

Principali componenti attivi

  • Glicosidi iridoidi: arpagoside, arpagide, procumbide;
  • Flavonoidi: kaempferolo;
  • Acidi organici: acido clorogenico e caffeico;
  • Triterpeni;
  • Fitosteroli.

 

Proprietà fitoterapiche

L’arpagofito viene impiegato dalla medicina tradizionale sudafricana come bevanda amaro-tonica e per la cura di vari disturbi, tra i quali febbre, dolori da parto e malattie reumatiche. È stato introdotto in Europa solo all’inizio del ‘900.

L’arpagofito manifesta proprietà analgesiche ed antinfiammatorie: studi di farmacologia preclinica hanno fornito evidenze che indicano come l’azione antinfiammatoria dell’arpagofito dipenda dall’inibizione della lipossigenasi, l’enzima responsabile della biosintesi dei leucotrieni, importanti mediatori dell’infiammazione. Inoltre l’estratto idroalcolico di artiglio del diavolo riduce il rilascio del TNF-α dalle cellule infiammatorie stimolate, un altro importante mediatore delle risposte infiammatorie.

Le principali proprietà benefiche attribuite all’arpagofito sono: azione antidolorifica, riduzione dell’infiammazione muscolare, miglioramento della mobilità delle articolazioni nei pazienti con artriti, riduzione del dolore muscolare e dei tendini. Può essere utilizzato sia per via orale (fino a 4,5 g di droga secca) che per via topica. 60 mg di arpagoside, uno dei principali componenti attivi della droga, sembra abbiano un effetto antinfiammatorio simile alla dose terapeutica dell’acido acetil salicilico (Aspirina®).

L’arpagofito è inoltre indicato per il trattamento della dispepsia, contro l’anoressia (1,5 g di droga secca) e per il trattamento adiuvante delle malattie muscoloscheletriche degenerative.

 

Controindicazioni ed effetti collaterali

È un prodotto fitoterapico sicuro, tuttavia non deve essere utilizzato in gravidanza, nei bambini e nei diabetici.

Avendo un’azione simile ai comuni farmaci antinfiammatori può causare disturbi gastrointestinali ed è controindicato nei pazienti che soffrono di gastrite o ulcere gastriche e duodenali.

Si sconsiglia l’uso in concomitanza ad altri farmaci poiché potrebbe interagire modificandone il metabolismo.

 

1 commento su “Arpagofito – Artiglio del Diavolo”

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